La nostra storia

Spicca nel verde del sontuoso giardino
Oltre ai rami dei maestosi cedri del Libano che,
Protesi come grandi braccia
Sembrano proteggere la sua sorprendente bellezza
Proporzionata e armonica nelle forme
Imponente ma non invadente
In un insieme permeato da una borghese discrezione
Che coinvolge e genera ininterrotte emozioni
Che raggiungono l’apice
Soprattutto nell’interno
Dove l’essenziale
Appariscente anche nei dettagli
Fa nascere continuo stupore
Guardo con gli occhi
E col cuore
In silenzio
Per non disturbare il magico incanto del luogo
Guardo e…
Piano piano
Inizio a sognare

Un regalo di nozze, Una storia romantica
Villa Biancardi nasce come dono di Nozze di Carlo Biancardi alla futura sposa Antonietta Bono, pensandola come una dimora ospitale e accogliente, i lavori di realizzazione, iniziano nel 1908 e si concludono nel dicembre del 1911, nello stesso anno, il giorno di Natale, la novella sposa Antonietta inaugura la dimora. Per la realizzazione del suo futuro progetto, la scelta è di affidarsi a quello che, all’inizio del 1900 è il più eclettico e talentuoso architetto, scultore e decoratore italiano, il fiorentino Gino Coppedè, il quale trasferisce nella costruzione gli elementi che caratterizzano tutte le sue opere, fondendo lo stile neogotico con l’ eredita artistica e culturale fiorentina, nelle tecniche decorative del manierismo, del rinascimento e idei caratteri più immediati dello stile Liberty. L’opera di Coppedè, si articola principalmente nelle città di Milano (Castello Cova), Roma (quartiere Coppedè), Firenze, Livorno, Genova in cui realizza il celebre Castello mackenzie, Messina e Siviglia, creazioni, che vanno a comporre un mosaico architettonico, di una riconoscibilità e personalità artistica unica, nelle proporzioni, negli aspetti decorativi, negli slanci acuti e sottili, nelle tonalità dei marmi e dei mattoni pieni, nelle maestose torri e nell’uso degli archi. Citando un illustre scrittore di inizio secolo, “ Coppedè è un sognatore, un visionario del panorama architettonico del ‘900”.

Siamo in un altro luogo, in un altro tempo
Viene così realizzata tra il 1907 e il 1911 Villa Biancardi, unica opera di Coppedè rimasta immutata nel corso di oltre 100 anni. L’edificio, si articola su tre livelli, di cui le facciate, nei colori del mattone e della pietra, sono mosse da bifore e trifore dai fitti ornamenti, dalle forme slanciate, sinuose e importanti che sembrano proteggere lo scalone in pietra e la loggia a tre campate posta al centro del piano nobile, E’ il preludio agli ambienti interni, la Sala principale , espressione delle capacità dei maestri ebanisti dell’epoca, in cui trovano posto, camini in marmo con maioliche ornamentali della scuola d’arte fiorentina, pregevoli soffitti, le cui cassettature ospitano trame di ferro battuto leggere ed eleganti, e pareti affrescate, nei toni del celeste o dell’oro, e scorci unici di lavorazioni in graffito policromo: La sala Bianca, espressione totale dello stile liberty, la sala del biliardo dove si rivive la Parigi di fine 900. Il lampadario, copia di quello presente nella cattedrale di Pisa, che ispirò secondo la leggenda, quella che oggi conosciamo come la “Legge del pendolo di Galileo Galilei”, la scalinata che ci porta alla biblioteca e al loggiato posto sulla facciata principale, anticamera della terrazza, sviluppata sulla destra, incastonata tra le maestose colonne del portico e la torre angolare, che svetta a sancire l’imponenza della dimora. Il giardino segue il progetto originale, e comprende anche una serra riscaldata, viene interpretato come il coronamento estetico della Casa, lo spazio viene architettato per offrire uno spettacolo costruito su piani e livelli, tali da fornire inquadrature di volta in volta nuove e mutanti nel corso delle stagioni, cercando di far percepire uno stato di spontaneità e casualità, frutto di un lavoro sulle forme, sul portamento e sui colori, per condurre chi lo vive, nell’illusione che la natura potesse aver fatto tutto da sola, e così troviamo cedri del libano, sequoie, magnolie e ciliegi, camelie e ortensie in un continuo alternarsi di profumi e di colori. Vivere Villa Biancardi, è un’esperienza nella quale lo spettatore viene prima travolto dalla potenza delle proporzioni e poi rapito, nella ricerca di innumerevoli dettagli, cesellature, lavorazioni, iperboli architettoniche che si susseguono infinite, ad ogni scorcio è stata donata personalità, movimento, vita. Tutto lo spazio è racchiuso in una struttura in muratura e legno, in un alternarsi di guglie, che ci portano all’ingresso sul lato ovest, dove troviamo un portone in stile neogotico protetto da due affreschi raffiguranti l’Arcangelo Michele e San Giorgio, quest’ultimo Santo Patrono di Maccastorna comune in cui risiede attualmente la famiglia Biancardi, all’interno dell’omonima Rocca. Oggi puoi regalarti le stesse atmosfere, le stesse emozioni lo stesso calore, che Carlo Biancardi ha immaginato costruendo questa dimora, oggi quei bambini che sbirciavano dietro lo steccato possono rivivere in un altro tempo in un altro luogo.

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